Si è appreso di recente che alcuni fornitori di energia elettrica hanno inviato ai propri clienti una comunicazione in cui comunicano la risoluzione di contratti sottoscritti lo scorso anno per "eccessiva onerosità sopravvenuta".
In particolare, un articolo di Jacopo Giliberto sul Sole 24 ore evidenzia come, a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia, i contratti a prezzo fisso sottoscritti in passato si siano tramutati in una perdita per i venditori.
Il caso riguarda numerosi consumatori industriali. Questi avevano sottoscritto un contratto a prezzo fisso sul finire del 2016. In pratica, la componente energia è stata messa al riparo da eventuali aumenti (ma anche discese) e doveva rimanere costante per tutto il 2017.
Tuttavia, il prezzo dell’energia elettrica si forma giorno per giorno sulla borsa del GME. Può quindi accadere che nel corso del tempo questo prezzo salga e addirittura superi quello fissato dal cliente. Un fornitore diligente quindi, per mettersi al riparo dai rischi, provvede ad acquistare in anticipo l’energia che gli serve per evitare di trovarsi spiazzato (o "scoperto", come si dice in gergo) da possibili aumenti.
In questo caso, invece, i fornitori avevano messo in atto, più o meno scientemente, delle manovre speculative evitando di acquistare l’energia in attesa di ribassi del prezzo per incrementare i propri profitti. Talvolta va bene, talvolta va male: questa volta è andata molto male in quanto i prezzi sono costantemente saliti nel corso del 2017.
Oltretutto, la situazione è stata aggravata dal fatto che questi fornitori, per acquisire un maggior numero di clienti, spesso facevano un prezzo che non era nemmeno sufficiente a coprire i loro costi di funzionamento. In tal modo, i primi eventuali ribassi sarebbero serviti semplicemente ad andarci in pari, e per poter arrivare alla piena sostenibilità avrebbero avuto bisogno di diminuzioni di prezzo ancora più consistenti.
Prendendo a prestito un’espressione dal poker, si è trattato di un bluff presto scoperto.
La classica scusa usata dai venditori in questi casi era che avevano "acquistato bene" in un momento di prezzi bassi. Però ragioniamoci bene insieme. Pensiamo ad esempio a chi ha acquistato bitcoin qualche anno fa, quando valevano pochi dollari l’uno. Oggi ne valgono parecchie migliaia: perché mai qualcuno dovrebbe volerli vendere a voi a meno rispetto al prezzo che potrebbe trovare vendendoli sul mercato? Possibile sia così generoso da volervi regalare denaro così, per buon cuore?
Altra buona prassi è valutare la struttura e la capitalizzazione del proprio venditore: se sono inadeguate, è possibile che non sia in grado in futuro di fare fronte ai propri impegni. Però si tratta di una valutazione che richiede tempo e capacità di analisi di bilancio, oltre che di reperire dei dati che non sempre sono pubblici e facilmente disponibili.
L’associazione CODICI ha provveduto a creare un proprio rating per valutare i fornitori, che tuttavia è su base volontaria e richiederà tempo per diffondersi.
Nel frattempo, l’Autorità per l’energia sta provvedendo alla creazione di un Albo dei Venditori che dovrebbe prevenire i casi più patologici. Tuttavia, questo non consentirà di anticipare casi di comportamenti spregiudicati, ma potrà al massimo certificare la situazione quando sarà ormai tardi.
altrabolletta.it ha in progetto la realizzazione di un proprio sistema di valutazione e rating, basato anche sulle valutazioni dei propri utenti. Il primo step, previsto entro la fine dell’anno, è la realizzazione di pagine dedicate con le informazioni sui principali venditori, e la possibilità per gli utenti di condividere le proprie esperienze.